Discografia X Japan

 

1. DEAR LOSER

2. VANISHING LOVE

3. PHANTOM OF GUILT

4. SADISTIC DESIRE

5. GIVE ME THE PLEASURE

6. I'LL KILL YOU

7. ALIVE

8. KURENAI

9. UNFINISHED

FORMAZIONE: VOCE: TOSHIMITSU "TOSHI" DEYAMA ; BATTERIA & PIANO: YOSHIKI HAYASHI ; CHITARRA: HIDETO "HIDE" MATSUMOTO ; CHITARRA: TOMOAKU "PATA" ISHIZUKA ; BASSO: YASUSHI "TAIJI" SAWADA

Il disco d'esordio degli X Japan è il disco più aggressivo e "sanguigno" della loro discografia. La qualità della registrazione non è delle migliori (evidentemente per questioni economiche), il che conferisce a queste canzoni una certa ruvidità, con chitarre taglienti e secche. Anche la voce del cantante sembra essere in linea all'appeal della musica: rispetto ai dischi futuri è anch'essa più ruvida, molto più "urlata", quasi sgraziata in alcuni passaggi. La prima parte del disco è quella più aggressiva: dopo "l'efferata" intro Dear Loser gli X partono all'assalto con Vanishing Love e Phantom Of Guilt, piene di carica ma non scontate e lineari: si nota una certa ricercatezza e varietà. Si passa poi a Sadistic Desire, dove la band ci presenta una composizione ancora più eclettica con coinvolgenti cambi di ritmo. Dopo il particolare intermezzo dell'animalesca Give Me The Pleasure (che crea un'atmosfera a tratti asfissiante ed opprimente) si passa al brano più semplice e d'assalto: I'll Kill You. Il disco si conclude con i pezzi più melodici (dove fa capolino più di una volta anche il piano del mastermind Yoshiki): Alive è una semiballad complessa ed articolata che evoca sensazioni tristi e disperate, Kurenai parte lenta per diventare improvvisamente una travolgente cavalcata melodica da cantare a squarciagola, Unfinished è una breve outro malinconicamente sentimentale e delicata.

VOTO: 9 I brani vengono giù uno dopo l'altro tutti d'un fiato, e sono uno migliore dell'altro. Nonostante i suoni non perfetti mi sembra a dir poco ingiusto dare un voto inferiore a questo sensazionale album di debutto.

 

1. PROLOGUE - WORLD ANTHEM

2. BLUE BLOOD

3. WEEK END

4. EASY FIGHT RAMBLING

5. X

6. ENDLESS RAIN

7. KURENAI

8. XCLAMATION

9. ORGASM

10. CELEBRATION

11. ROSE OF PAIN

12. UNFINISHED

 

FORMAZIONE: VOCE: TOSHIMITSU "TOSHI" DEYAMA ; BATTERIA & PIANO: YOSHIKI HAYASHI ; CHITARRA: HIDETO "HIDE" MATSUMOTO ; CHITARRA: TOMOAKU "PATA" ISHIZUKA ; BASSO: YASUSHI "TAIJI" SAWADA

Passa poco tempo ed esce il secondo album: gli X hanno in canna ancora un sacco di composizioni che non ci hanno mostrato nel primo disco. Il sound è molto più pulito e corposo, con un mixaggio che mette spesso in risalto certe componenti della batteria (a volte forse anche troppo), rendendo le canzoni ritmicamente robuste. Il cantato di Toshi è migliorato, raggiungendo i grandissimi risultati che confermerà in futuro. Il disco è nel complesso più melodico e lo si capisce subito dall'intro anthemica. Subito dopo ci viene sparata in faccia la title track, uptempo sfrenato con bellissime aperture melodiche, per passare poi a Week End che viaggia su tempi più ragionati e rockeggianti su cui vola Toshi con bellissime linee vocali. Viene così la volta di Easy Fight Rambling, che insieme a Celebration è la traccia più scanzonata ed happy, ma senza cadere nella banalità. Con la terremotante X, scandita da una batteria martellante, ritorniamo nell'ambito dei pezzi tirati, per poi prendere fiato e rilassarci con la bellissima Endless Rain, prima vera ballatona degli X Japan (che dimostreranno in futuro di eccellere anche con i pezzi lenti, tanto che diventeranno presto anche quelli uno dei tanti fiori all'occhiello della band). Ritroviamo dunque Kurenai, che differisce dalla versione trovata su Vanishing Vision per il testo ora quasi interamente in lingua madre. Xclamation fa da spartiacque al disco, che riparte con Orgasm, il brano più lineare e diretto di Blue Blood. L'ascoltatore a questo punto è già soddisfatto ma non c'è mai limite al meglio ed arriva Rose Of Pain, vera e propria suite (circa 12 minuti), che si differenzia dalle altre canzoni per un taglio oserei dire quasi teatrale, con la sua struttura articolata e le orchestrazioni. Da applausi. Chiude nel migliore dei modi un'altra vecchia conoscenza, Unfinished, con una nuova (e migliore) versione estesa.

VOTO: 9,5 Blue Blood è l'ideale evoluzione della specie. Propone al tempo stesso idee nuove e vecchie, e lo fa nel migliore dei modi, coniugando melodia e potenza. Difficile chiedere di più.

 

1. A PIANO STRING IN ES DUR

2. SILENT JEALOUSY

3. MISCAST

4. DESPERATE ANGEL

5. WHITE WIND FROM MR MARTIN (PATA'S NAP)

6. VOICELESS SCREAMING

7. STAB ME IN THE BACK

8. LOVE REPLICA

9. JOKER

10. SAY ANYTHING

FORMAZIONE: VOCE: TOSHIMITSU "TOSHI" DEYAMA ; BATTERIA & PIANO: YOSHIKI HAYASHI ; CHITARRA: HIDETO "HIDE" MATSUMOTO ; CHITARRA: TOMOAKU "PATA" ISHIZUKA ; BASSO: YASUSHI "TAIJI" SAWADA

La produzione di questo disco è prodiga di suoni cristallini e gli strumenti sono tra di loro più bilanciati, smussando certe asprezze del suono X come lo conoscevamo fino a questo momento. Dopo la solita intro (stavolta suonata al piano però) è tempo di tuffarci nell'ascolto. Il disco inizia nel migliore dei modi con uno dei pezzi più belli in assoluto degli X Japan: Silent Jealousy. Definire questo brano una power speed song è quantomeno riduttivo, per la mole di idee riversate al suo interno che ne fanno un crescendo di emozioni. Segue la trascinante Miscast, dominata da bei riffoni a dir poco esaltanti, mentre Desperate Angel spiazza quasi per il suo inaspettato appeal "pomposo", rivelandosi comunque negli ascolti successivi come un altro pezzo incredibilmente valido (è un'impresa trovare un brutto pezzo nella discografia di questa band). Ci fermiamo un attimo per ascoltare un intermezzo di chitarra classica, per continuare con Voiceless Screaming pezzo lento, toccante ed intimista. Ora che ci siamo calmati parte però Stab Me In The Back con la sua scarica furente di sano heavy metal ottantiano. Poi arriva Love Replica, intermezzo particolare ed un pò anomalo (non solo per il cantato femminile in francese). Joker è invece una canzone di impatto che rientra nella categoria dei pezzi più scanzonati e allegri della band. Chiude poi un'altra "super-ballad", ovvero Say Anything.

VOTO: 9 Jealousy è il disco della conferma. Non è farcito come Blue Blood di super hit, è un pochino inferiore, ma è comunque bellissimo.

 

Mini

1. ART OF LIFE

FORMAZIONE: VOCE: TOSHIMITSU "TOSHI" DEYAMA ; BATTERIA & PIANO: YOSHIKI HAYASHI ; CHITARRA: HIDETO "HIDE" MATSUMOTO ; CHITARRA: TOMOAKU "PATA" ISHIZUKA ; BASSO: HIROSHI "HEATH" MORIE

Gli X Japan compiono un salto ulteriore, e presentano questo extended play composto da una sola canzone della durata di circa 30 minuti, Art Of Life. Si viaggia spesso sui ritmi sostenuti tipici del power metal più spinto: batteria sparata, chitarre suonate velocemente senza perdere il gusto perla melodia, ma la struttura è complessa ed articolata, direi "semi-progressiva". Art Of Life è un prezzo strano, unico. Quando lo conosci bene, lo concepisci nella tua mente come un unicum, non come un ammasso eterogeneo di strutture musicali differenti tra loro, né tanto meno come di meri esercizi strumentali profusi a ripetizione. Questi quasi 30 minuti di musica hanno una personalità ben definita: da una certa idea di base gli X Japan variano continuamente sul tema senza annoiare, senza risultare ripetitivi. Nel mezzo a tutto questo si ritaglia un ampio spazio il pianoforte, che quasi sorprendentemente si inserisce alla perfezione nello spirito della canzone: arriva una linea di piano con poche note, poi arrivano più linee di piano, ancora più note, tutto ad un certo punto sembra accartocciarsi su stesso, diventare schizofrenico. Poi, una volta avvolti da queste note in una spirale che appare infinita, arriva il crescendo finale: l'ascoltatore ad un certo punto lo percepisce, lo sente arrivare, e allora come un fulmine la canzone ritorna se stessa come a chiudere ciclicamente il cerchio, ma al tempo stesso giunge ad una "liberazione" finale.

VOTO: 9,5 Art Of Life è un concentrato di emozioni allo stato puro, come se sintetizzasse i sentimenti di una vita intera in mezz'ora di musica.

 

1. DAHLIA

2. SCARS

3. LONGING - UNCHAINED MELODY

4. RUSTY NAIL

5. WHITE POEM I

6. CRUCIFY MY LOVE

7. TEARS

8. WRIGGLE

9. DRAIN

10. FOREVER LOVE (Acoustic Version)

FORMAZIONE: VOCE: TOSHIMITSU "TOSHI" DEYAMA ; BATTERIA & PIANO: YOSHIKI HAYASHI ; CHITARRA: HIDETO "HIDE" MATSUMOTO ; CHITARRA: TOMOAKU "PATA" ISHIZUKA ; BASSO: HIROSHI "HEATH" MORIE

Al culmine del successo, la band non si siede sugli allori, e prova qualcosa di nuovo. Lo si capisce subito dopo aver ascoltato le prime due canzoni, Dahlia e Scars. Si notanto subito sonorità ed arrangiamenti atipici e particolari. Ma scavando si trovano però i vecchi X Japan: la prima è la speed song di turno (dotata di ricercate linee vocali) la seconda è il brano eclettico di turno. La terza traccia, Longing - Unchained Melody (Longing - Togireta Melody per il mercato giapponese) è invece un brano lento e rarefatto, emozionalmente carico. Rusty Nail è invece una canzone dalla velocità più sostenuta, leggera e particolare al tempo stesso, con un cantato avvolgente. Dopo le atmosfere dilatate di White Poem I, arrivano Crucify My Love e Tears, con le quali ci rituffiamo nelle ballad, che come avrete capito sono abbondanti in questo disco. Più malinconica la prima, più catchy la seconda. Wriggle richiama certi arrangiamenti visti sulle prime due tracce, ma cede subito il passa a Drain, che strizza pìù di un occhio a certa musica elettronica. Chiude il disco la versione acustica della già apprezzatissima Forever Love.

VOTO: 9 Questo album si divide facilmente in due parti: una parte è dominata da un sound fresco e nuovo; l'altra dai pezzi lenti, che gli X Japan hanno sempre interpretato magistralmente, con la stessa naturalezza sfoggiata nei loro brani più metallici.

 

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Canzoni uscite come singoli, e poi su raccolte:

STANDING SEX (1992)

E' una canzone lineare ed arrembante, piuttosto bella ma che non aggiunge niente di nuovo al repertorio degli X Japan.

FOREVER LOVE (1996)

Classica ballad alla X Japan, dominata dal pianoforte. E come tutte le ballad di questa band, ha qualcosa in più rispetto alla "concorrenza".

THE LAST SONG (1998)

Canto del cigno degli X Japan, riprende la loro concezione di ballad, ma accentuandone il senso di malinconia e tristezza. E' dominata da un lungo parlato, che si scioglie più volte in un ritornello evocativo e nostalgico.

 

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